Questo concetto ci viene continuamente proposto dal cartello dei media nelle mani dell’oligarchia apolide europea tramite trasmissioni, giornali.
Oggi cercheremo tramite i dati finanziari di capire se questo concetto ha radici solide o se si tratta solo di una strategia per farci sentire continuamente in colpa al fine di giustificare nuove gabelle. Per cominciare prendiamo in considerazione il concetto di : AVANZO PRIMARIO. Essendo la maggior parte dei lettori digiuna da terminologie finanziare con queste poche righe cercheremo di spiegare in maniera semplice il primo concetto.
Cos’è l’Avanzo Primario?
È un concetto economico che rappresenta la differenza tra le entrate e le uscite di un bilancio pubblico, escludendo i pagamenti per gli interessi sul debito pubblico. In altre parole, si tratta del saldo di bilancio prima di considerare i costi del servizio del debito.
Significato e Importanza
1. Indicatore di Sostenibilità Fiscale: Un avanzo primario positivo indica che lo Stato è in grado di coprire le sue spese correnti e di investimento senza dover ricorrere a nuovo debito, escludendo gli interessi sul debito esistente.
2. Riduzione del Debito Pubblico: Un avanzo primario consistente può aiutare a ridurre il debito pubblico nel tempo, poiché parte delle entrate può essere utilizzata per pagare il debito principale, oltre agli interessi.
3. Politica Fiscale: L’avanzo primario è un indicatore importante per le politiche fiscali e di bilancio di un governo. Esso riflette la capacità del governo di gestire le finanze pubbliche in modo sostenibile.
Esempio
Supponiamo che un governo abbia le seguenti voci di bilancio:
• Entrate Totali: 100 miliardi di euro
• UsciteTotali: 90 miliardi di euro
• Interessi sul Debito: 10 miliardi di euro
L’avanzo primario sarà calcolato come:
Passaggio 1: Identificare le Entrate, Uscite e Interessi sul Debito
• Entrate: 100 miliardi di euro
• Uscite: 90 miliardi di euro
• Interessi sul debito: 10 miliardi di euro
Passaggio 2: Calcolare le Uscite Totali (escludendo gli interessi sul debito)
Per calcolare l’avanzo primario, consideriamo solo le entrate e le uscite operative, escludendo gli interessi sul debito.
Quindi avremo 100 – 90 = 10 miliardi di avanzo primario
In questo esempio, il governo ha un avanzo primario di 10 miliardi di euro, indicando che è in grado di coprire tutte le sue spese (esclusi gli interessi sul debito) e di avere un surplus che può essere utilizzato per ridurre il debito.
Conclusione
L’avanzo primario è un indicatore cruciale per valutare la salute fiscale di un paese. Un avanzo primario positivo e sostenibile è segno di una buona gestione delle finanze pubbliche e di una strategia efficace per la riduzione del debito pubblico.
Ora che sappiamo di cosa sitratta analizziamo i dati italiani degli ultimi anni
L’avanzo primario è spesso utilizzato come indicatore della disciplina fiscale di un paese. Vediamo cosa ci dicono i dati del grafico sull’Italia dal 1995 al 2019:
Analisi dei Dati
1. 1995-1997: L’avanzo primario è aumentato rapidamente fino a un picco del 6,6% nel 1997, segno di un periodo di forte disciplina fiscale.
2. 1998-2000: L’avanzo primario è diminuito, ma si è mantenuto comunque su valori positivi e relativamente alti (2,5% nel 2000).
3. 2001-2006: In questo periodo si è osservato un calo significativo, culminato con un avanzo primario negativo (-0,4%) nel 2005, indicando difficoltà fiscali.
4. 2007-2009: Leggera ripresa con un avanzo positivo (1,9% nel 2007), ma di nuovo in calo fino a 0,5% nel 2009.
5. 2010-2013: L’avanzo primario ha mostrato una crescita costante, raggiungendo il 3,4% nel 2013.
6. 2014-2019: Dopo un picco del 3,7% nel 2014, c’è stato un declino graduale, ma l’avanzo primario si è mantenuto positivo, chiudendo al 1,9% nel 2019.
Considerazioni sulla Virtuosità
1. Positività e Persistenza dell’Avanzo Primario: L’Italia ha mantenuto un avanzo primario positivo per la maggior parte del periodo, tranne alcune eccezioni, come nel 2005. Un avanzo primario positivo è un indicatore di disciplina fiscale, poiché significa che le entrate del governo sono sufficienti a coprire le spese correnti e di investimento, escludendo gli interessi sul debito.
2. Variabilità: Tuttavia, la variabilità significativa dell’avanzo primario suggerisce periodi di incertezza economica e di difficoltà nel mantenere una disciplina fiscale costante.
3. Picchi e Declini: I picchi elevati, come quello del 1997 e del 2014, mostrano la capacità dell’Italia di implementare misure fiscali forti, mentre i declini evidenziano sfide fiscali e possibili momenti di crisi economica.
Conclusione
I dati mostrano che l’Italia ha avuto periodi di forte disciplina fiscale, evidenziati dagli avanzi primari positivi e talvolta elevati. Quindi per concludere l’italia escluso il 2006 che ha fatto pari ha sempre ottemperato alla direttive europee dimostrando nei fatti un paese virtuoso. Ma gli altri come si comportano?
Ho preso ad esempio i dati del regno unito degli ultimi anni:
2016: Un deficit primario del 4.3% del PIL significa che il governo del Regno Unito ha avuto uscite superiori alle entrate del 4.3% del PIL, esclusi i pagamenti degli interessi sul debito.
2017: Deficit del 2.7% del PIL.
2018: Deficit del 2.6% del PIL.
2019: Deficit dell’1.8% del PIL.
2020: Deficit del 2.6% del PIL.
2021: Un forte aumento del deficit primario al 15.3% del PIL, principalmente a causa delle misure straordinarie prese per affrontare la pandemia di COVID-19.
Quindi, i dati indicano che in quegli anni il Regno Unito ha speso più di quanto ha incassato, senza considerare gli interessi sul debito. Questo ha costretto il governo a prendere in prestito denaro per coprire la differenza, portando a un disavanzo.
E questi sarebbero quelli che sui loro giornali ci chiamano i PIGS i maiali e noi quelli pizza e mandolino che vivono sopra le proprie possibilità.
Quindi noi nonostante siamo stati truffati con la cessione del controllo della Banca d’Italia che ci permetteva di tenere bassi i tassi sul debito siamo in questi anni riusciti a non andare mai in deficit.