Essere italiani

Essere italiani

Pochi sanno che cosa significhi essere italiani a meno che non siano stati catapultati in altre culture, costretti ad assorbirne pregi e difetti per sopravvivere e a guardare a noi stessi con gli occhi degli ALTRI.

Occhi a volte dogmatici e sprezzanti, ma il più delle volte ammirati e gelosi.

Perché essere italiani significa – o dovrei dire significava? – avere PASSIONE, passione per tutto e avere un animo GIOCHERELLONE.

Dall’Italia proviene infatti la passione per le carte, ad esempio, un mix tra calcolo machiavellico e sfida-evocazione della fortuna/fato. Mi piace ricordare che Mussolini, quando fu messo in minoranza dal Gran Consiglio nel ’43 e venne segretamente “carcerato” sull’isola d’Elba, passava le sue giornate giocando a carte con i suoi carcerieri. Questo è essere italiani.

Essere italiani significa appassionarsi al calcio, al palio – vero capolavoro di diplomazia, gioco e bravura – ma anche all’orto: ricordo che non fino a troppo tempo fa, c’erano cittadine piene di orticelli, e ciascuno si coltivava il proprio orto, a testimonianza di un rapporto forte e CARNALE con la nostra terra.

I miei ricordi d’infanza

Prova ne sia l’andare per boschi: quando vivevo in Olanda e in Belgio, da piccina, mio padre trovò dei porcini persino nelle dune vicino al mare e le foreste di Bruxelles erano piene di funghi, che non raccoglieva nessuno fino a quando non arrivarono gli italiani. Poi ce li spadellava, ce li faceva panati, o passava i pomeriggi a metterli sott’aceto, nelle conserve. Altra passione italiana: non solo di pomodori ma di tutto, e le salamoie, delle olive o di altro. L’olio e il vino e gli agrumi. Il fermentato sin dall’epoca romana. La cucina intesa come arte e convivio.

Si mangia e si canta: ricordo i miei invitare decine di persone attorno a lunghe tavolate, comprate appositamente dalla mia mamma napoletana, per CELEBRARE LA VITA, con il CIBO, IL VINO L’AMICIZIA e… ciliegina sulla torta: IL CANTO. Terminavano spesso cantando a squarciagola come a commemorare la perfezione di quel convivio, di quella giornata. Mio padre a volte dava il “la” mettendo la Tosca, ma spesso non ce n’era bisogno: tutti si mettevano a cantare, ripescando tutta la panoplia di canzoni di inizio secolo. Non è che siamo detti il paese del BELCANTO invano!

Le passioni e i talenti

Fino a qualche tempo fa (ante COVID), mi capitva ancora di incontrare gruppi di pensionati sulla spianata lungomare che si riunivano per rispolverare le antiche canzoni, li, riuniti in circolo, a vibrare insieme in questo collante FISICO di una cultura, LA NOSTRA.

Il ciclismo, la moto, l’auto, altre passioni, dove gli italiani hanno espresso il meglio di sé. Ma anche l’erboristeria, la chimica, l’industria di precisione, l’arte, la moda, il design e l’architettura.

Essere italiani significa essere SFIZIOSI, che è una marcia in più di amore e immaginazione: una celebrazione della vita. I bambini erano la chicca da viziare e coccolare, al centro della vita, ce lo ricordiamo tutti coloro che, fortunati, sono cresciuti in una famiglia tipica. E dico “erano”, perché negli ultimi anni, tra i lockdown e le infiltrazioni di ideologie tinte di satanismo, tutto è cambiato, addirittura mancano i bambini. Spesso sostituiti da quel rapporto morboso, venutoci dal nord Europa, con i cani.

Calpesti e derisi

Il nostro paese è stato rapidamente preso di mira dopo la mazzata del trattato di “pace” post bellico che fu una resa totale, umiliante, disumana e incondizionata, oltre che segreta; negli anni ’60 vennero dai frangloamericani le operazioni DROGA e ANNI DI PIOMBO – i terroristi accolti e spesati in Francia e la negazione dell’estradizione nel 2021 ne sono una bella prova(1) – il tutto per SPEGNERCI. Poi MANIPULITE, il BRITANNIA e infine IL COVID, applicato al cubo all’Italia.

Costretti a emigrare per condizioni economiche discriminatorie derivanti da quel trattato di pace, abbiamo subito una vera e propria diaspora alla “palestinese”, ma chi è rimasto è riuscito, NONOSTANTE TUTTO, a realizzarsi, a esprimere il meglio della nostra cultura, a comprarsi casa, a creare settori di eccellenza, con quello che rimaneva di banche pubbliche e IRI, poi del tutto smantellati.

Nel frattempo la popolazione è invecchiata e non ha fatto più figli, decimata dalla chemio finanziaria, complici i politici che avevano ben compreso la lezione della fine di personaggi come Moro, Mattei, Falcone, Borsellino, Craxi e infine Berlusconi e quant’altri.

Un popolo che non sa di esserne uno è facile infinocchiarlo dividendolo, inconsapevole del fatto che è proprio la nostra DIVERSITÀ a fare la NOSTRA RICCHEZZA: eppure proveniamo da quell’atto di insubordinazione dell’antica lega italica che, unendo i popoli italici nell’antica Roma, rivendicò a gran voce la cittadinanza ROMANA. E poi dalle Repubbliche marinare, dal Rinascimento, dalla nostra storia tragica e originale, e anche dal Ventennio prebellico – tentativo maldestro di risuscitare quell’identità – e infine dal Miracolo italiano del dopo guerra, soffocato pochi anni dopo. Tutte manifestazioni di quella nostra cultura invidiata e temuta dal mondo intero, ciclicamente distrutta per rinascere dalle sue ceneri e che contiene in sé gli anticorpi e il contromodello al NUOVO ORDINE MONDIALE e al TRANSUMANESIMO.

Tra tutto quello che ci è imposto per distruggerci, vi sono orde di migranti CLANDESTINI, mandati per sostituirci e fagocitarci per conto terzi, con il beneplacito del deepstate nazionale, messo nei gangli dello Stato durante lo “sbarco” in Sicilia: pezzo dopo pezzo, il genio italico nato del genius loci vien meno. Forze del male stanno brigando per recidere quel legame con la nostra terra da cui i nostri avi hanno tratto tanto genio, intraprendenza, artigianato, inventiva.

Il MADE IN ITALY

Genio ingenio e… ingenuità, un tutt’uno che ci caratterizza. Non si trova più niente di ITALIANO, il MADE IN ITALY è stato rubato, copiato, vilipeso dal made in China, o dovrei dire dai SINO-ROTTI, eppure l’espressione stessa di “MADE IN” era stata inventata appositamente per il caso italico, visto che era assolutamente un fiore all’occhiello per generare vendite stratosferiche. Ma Fantozzi insegna, magistralmente, quell’ingenuità…

L’artigianato, quel poco che rimane, è martoriato e perseguitato da fisco e burocrazia mentre le industrie di nicchia sono invase dalla finanza internazionale, dal settore statale o misto pubblico-privato francese in testa, quelli che ho denominato negli anni “i francorotti”, e poi da Norvegia, Cina, Benelux, City di Londra, i fondi franglosassoniamericani…

E cosa vedo attorno a me? Zombi che camminano e che affidano i loro cari a cosiddetti medici che hanno perso qualsiasi umanità applicando protocolli di stampo nazista, per paura di essere messi in croce, e ospedali DIVENTATI AZIENDE governati da massoni che obbediscono ad altri piani tipo Kalergi e denatalità italica per farci sparire dalla faccia della terra. RSA dove SPENGONO GLI ANZIANI, la nostra storia, ANZITEMPO e in modo ASSOLUTAMENTE SATANICO-DISUMANO, con la distribuzione assassina e indiscriminata di farmaci i cui effetti collaterali sono assolutamente nefasti, se non fatali.

La nostra rivalsa è vicina

Un paese dove le forze nazi-rockefelliane si sono sbizzarrite in pieno per vendicarsi contro di noi dell’affronto subito da un Mussolini che fece del chinino monopolio di Stato, che debellò la malaria, che finanziò l’Istituto italiano dei tumori che rifiutava la chemio dei Rockefeller, e che guarì migliaia di casi anche in metastasi, che fece coltivare la canapa e il sorgo, poi sradicati da Gestapo e carabinieri ubbidienti nel dopo guerra, e che revocò il contratto di trivellazioni con la Sinclair Oil Corporation (sempre di Rockefeller) dopo l’uccisione di Matteotti.

Ricordo però che se lo vogliamo la nostra rivalsa è vicina perché brilliamo, nel mondo intero, sotto le ceneri: non solo ci sono oltre 60 milioni di italiani o discendenti espatriati alla ricerca delle loro radici, CHE NON VEDREBBERO L’ORA DI RITORNARE IN PATRIA SE QUEST’ULTIMA DIVENTASSE SOVRANA, ma miliardi di ammiratori che ci amano e che ci EMULANO. Che non vedono l’ora di vivere la “dolce vita” che gli italiani stessi, inconsapevoli, non sanno neanche di esserne portatori, o che si sono dimenticati che cosa sia, oberati dalle persecuzioni fiscali e burocratiche, ultimamente dalla digitalizzazione e mille vessazioni.

Purtroppo gli zombi in patria costituiscono un’enorme zavorra per la nostra liberazione e rivalsa. Aquile che non sanno di potere volare, leoni che devono nascondersi come talpe, artisti che devono frenare la loro esuberanza, geni che devono rintanarsi o a cui vengono rubate le loro invenzioni salvifiche per tutti i popoli della terra (un esempio recente, il furto e lo spegnimento della fusione fredda), sovrani che non possono difendere il loro territorio per tacito consenso MONDIALE: noi, nell’immaginario del mondo, apparteniamo al mondo intero, talmente piacciamo, siamo diventati uno stile, un patrimonio dell’umanità.

Rinascere nell’ebbrezza

Ma essere italiani significa anche questo: rinascere nell’ebbrezza di un panorama mozzafiato, nella bontà di un caffé fatto con passione, di una pizza impastata con l’anima, nella nostalgia di un palazzo e di un arredo urbano dove ti senti al centro: la fontana, la chiesa, il municipio, la panchina e il parco pubblico, l’asilo infantile, tutto a portata di mano in comodi e magici borghi, nella perfezione del momento presente, della “gloria del disteso mezzogiorno” decantato da Montale. Borghi disabitati, di cui le televisioni franglosassoni fanno la pubblicità tutti i giorni per VENDERLI A UN EURO PER CASA, nella vana speranza di ricuperarli.

Non lo sanno gli italiani che questi, e NOI STESSI, siamo la migliore garanzia per STAMPARE MONETA E FAR RIPOPOLARE I BORGHI??? L’italiano lo sa o non lo sa che bastarebbe imporci condizioni di politiche economiche già solo pari a quelle applicate ai nostri vicini per rinascere con il nostro ingenio e rincuorare il mondo con le nostre invenzioni? No, non lo sa.

Ma LASCIATECI SOLO LAVORARE IN PACE e la NOSTRA CREATIVITA NON HA LIMITI NEL CREARE NUOVI PARADISI, basta ispirarsi a ciò che vediamo attorno a noi e a ciò che ricordiamo di NOI !!!

Pertanto, in questi giorni della Merla, i momenti prima dell’alba precursori della nostra rinascita ciclica, il nostro dovere di ADESSO è racchiuso tutto in un lavoro interiore: RICORDARCI CHI SIAMO, CHI FUMMO E CHI SAREMO, ora e sempre NEI SECOLI DEI SECOLI!

AMEN.

Nicoletta Forcheri

07/02/2025
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